legno, materasso, corda, dimensione ambiente
Intervista di Špela Zidar a Stefano Tondo realiozata in occasione della mostra LUCE è OMBRA
Nel testo riportato si fa riferimento al rapporto tra due installazioni in mostra: Antropometria dell’Angelo e Scacco al Re
[…] Nel nostro invocarlo-respingerlo, l’angelo rimane confitto, egli è sospeso è confuso. […] Il gioco di specchi tra terrestre e divino, che il suo logos sembrava rappresentare in armoniose corrispondenze, si rifrange in dissonanze improvvise. Vuoti, casi, imprevisti vi fanno irruzione. La musica dell’Angelo, la musica dell’Angelo quaggiù, quella della lotta cui l’invochiamo, è composta da tali dissonanze. […] La possibilità di questa catastrofe – che l’Angelo, invece di indurre, possa finire sedotto – corre, come un basso continuo, oscura e minacciosa, lungo tutto l’itinerario dell’Angelologia.”
Le riflessioni da fare sono lunghe e complesse ma questo breve accenno ci dimostra che parlare di Angelo ci costringe a dover considerare il suo opposto, l’Angelo caduto.
Nella seconda stanza, l’installazione Scacco al Re rappresenta il contraltare, il buio che scaturisce dalla luce, rappresenta il pericolo della caduta.
Naturalmente tutta la mostra può essere letta su più livelli ma uno dei più espliciti si presenta come la metafora di un rapporto amoroso. L’Angelo della prima stanza è l’emblema della sublimazione dell’amore che eleva l’individuo fino a far raggiungere le vette più alte. L’installazione della seconda stanza denuncia i lati oscuri, il rischio della caduta perché tanto è più intensa la luce tanto più forti possono essere le ombre che si generano.
Monumento a Zoroastro da Peretola, 2016 – gelcoat bronzo, fibra di carbonio, ottone, 45 x 32 x
2020 – Centro per l’arte contemporanea Trebisonda, Perugia – Una lastra di ottone di
2012 – Orior (presenta) III – colore ad olio, ottone, cm 100 x 85 x 1